Un’ora fa ho comprato un dolcevita, il primo che abbia mai indossato. Nero, lana pettinata, credo si dica così.
Fin da bambino ho amato vestire in modo classico, pulito, ordinato.
Il mio armadio è una certezza. Vivendo in albergo non dispongo di grandi spazi, ma quel che ho basta per i miei abiti, le mie camicie e le mie cravatte.
Non fa ancora ancora freddo, ho deciso quindi per una bella passeggiata. La verità è che da due giorni non vedevo l’impiegata del Credito bergamasco. È piuttosto in là con gli anni e molti direbbero anche piuttosto culona, ma a me piace. Per mia fortuna esce dalla banca sempre alla stessa ora. Probabilmente non fa mai straordinari.
La scorsa estate guardarla è stato il mio passatempo preferito. Usciva per il caffè di mezza mattina, io aspettavo che finisse e trovavo il modo, non tutti i giorni per carità, di entrare insieme a lei in quell’angusto spazio che crea la doppia porta che è l’ingresso alla banca.
Lei mi sorrideva, ma capivo che era scocciata. Io sono magro, di statura media, poco ingombrante, ma grazie al suo culo e anche se in minor misura, alle sue tette, appena si richiudeva la porta automatica alle nostre spalle, lo spazio diventava insufficiente. Sono un galantuomo non ho mai osato neppure sfiorarla ma in quel modo riuscivo a vedere bene la curva delle sua natica. Perché lei sopra le natiche ha due curve che ha solo lei. Le gonne estive, leggere, vi si poggiano a formare un disegno che sembra un cuore.
Insomma, dicevo, nel pomeriggio, oggi, sono uscito con la speranza di vederla. Sono passato davanti il Credito e come se avessimo un appuntamento lei è uscita.
La sua giornata lavorativa era finita, ma non sembrava rilassata. Indossava un paio di stivali un po’ volgari, una gonna nera ed un giacchino piuttosto striminzito che le stringeva la vita dando, se possibile, maggior importanza al culo. La seguii anche quando entrò nel negozio di abbigliamento un centinaio di passi più avanti. Troppo tardi per rendermi conto che all’interno il negozio si divideva in due parti: a destra reparto uomo a sinistra donna. Lei andò a sinistra, io, per forza, a destra. Cominciai a guardarmi in giro fingendo interesse per i capi esposti. Una commessa piuttosto alta mi chiese di cosa avessi bisogno.
“Un dolcevita.” Dissi.
“Cerco un dolcevita.”
Grazie. A nome di tutte le culone affezionate alle proprie chiappe.
mi associo.
Molto bello, molto ben scritto. Quando i post sono così mi sembra che il commento sia di troppo, dovrei saper limitarmi al “mi piace” ma poi finisco con l’esagerare. Vorrei anche io un dolcevita così.
Eh no! I tuoi commenti io li vorrei sempre.
Buon giorno menteminima.
Lessi una volta che un culo abbondante dà sempre un senso di rassicurazione. Il dolcevita, poi, diventa un vero impegno. Saranno confetti?
Tornerò a leggerti, ciao
Maria Rosaria
Un culo è tante cose, un rovinafamiglie, un rovinavite, ma anche una felicità, chi lo sa… 🙂
Ti ringrazio ciao.
Da uomo – un po’ misogino e parecchio maschilista, lo ammetto – resto sempre sorpreso quando una donna riesce ad entrare in maniera così credibile dentro la testa di un esponente dell’altro sesso. Perché ogni uomo ha la sua impiegata del Credito Bergamasco, ogni uomo ha sognato di sfiorare quelle curve generose come un adolescente ai primi armeggiamenti pelvici, imbarazzato e pruriginosamente rispettoso.
Complimenti davvero!
Spesso mi dicono che penso come un uomo … mah.
Grazie comunque, troppo generoso.
Tenero. Molto carino
Grazie cara 🙂
(così per dire: dolcevita “assona” con dolcenera, ma se tu avessi scelto princesa sarebbe stata una chicca conclusiva per palati sopraffini… ;))
… che evidentemente non ho 🙂
“mavalà!” (cit.) non esser immodesta…
là dove?
nel negozio di abbigliamento
😉 (dimenticavo)
Ma lo sai che un po’ di shopping ci starebbe!!! …A Milano ci sono i saldi? 😉
a metà novembre è un po’ prestino, ma se cerchi scarpe posso consigliare dei luoghi di culto della calzatura dove farsi due ideuzze in attesa che arrivino
Tanto del mio numero non le fanno!
fanno, fanno, anche su misura. mica ti consiglio pizza e fichi, eh!
ok, tu dimmi dove devo andare e io vado. 🙂
questo è uno dei “pezzi da novanta”, se ti piace il genere: http://www.pancas.it/
I gusti sono personali. Alla voce narrante piacciono le culone ma sono gusti. E poi cosa si intende per culona? Quello imponente da matrona che ciondola da tutte le parti come se ballasse un frenetico can can oppure quello sodo, un po’ vistoso ma gradevole da vedere?
A parte queste considerazioni, un bel post aggraziato e piacevole che finisce con una dolcevita.
I culi importanti, come i nasi secondo me hanno sempre il loro perché.
Grazie , gentile. 🙂
Prego!
Gran bello stile. Complimenti.
Grazie mille. 🙂
bentornato al mio monsieur preferito! 🙂
e me lo sarei persa! come avrei potuto? già mi ci ero affezionata!! :))
Oh, grassssie, bentrovata 🙂
tu ben trovata!!! mm te possino! 🙂
A volte certi posti puzzano di marcio…