Dipingendo carta da parati.

Arrivi ad un certo punto, che non è un punto fermo, è un’opportunità, un calcio d’angolo potrei dire se giocassi a calcio o se almeno un po’ di calcio mi occupassi.
Posso spiegare il fuori gioco, anche quello di rientro e bada bene che per una donna degli anni sessanta non è cosa da poco.
Ma non mi spiego perché ad un certo punto io faccia diventare quell’opportunità, quel calcio d’angolo appunto, in un punto fermo. Non è certo come una punizione dal limite ma a una opportunità non si rinuncia, si coglie, ecco che cosa si dovrebbe fare.
So da tempo che a un goal sbagliato corrisponde un goal subito, che se sei in difficoltà ti conviene buttarla fuori, che il catenaccio io manco morta e che melina non si può nemmeno sentire.
Il vero problema è che io giocavo a basket e il basket è proprio un altro pianeta.

Già postata, lo so, ma era una vita fa.
Il titolo del post è il più bello degli ultimi tre anni.
Quanto a te, hai capito come sono messa?

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Metto i baffi così non mi riconosco.
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73 risposte a Dipingendo carta da parati.

  1. millemila volte il basket. che il calcio, lo spogliatoio dopopartita del basket manco se lo sogna.

  2. gelsobianco ha detto:

    Sono andata a vedere il significato di “catenaccio” e “melina” nel linguaggio calcistico.
    Mi sono istruita così.
    Credo di capire come tu sia messa. Forse.
    “a una opportunità non si rinuncia, si coglie, ecco che cosa si dovrebbe fare”
    A me pare sia questo il punto centrale! Sbaglio completamente?
    Io non ho mai giocato neppure a basket.
    Io cercavo, cercavo di eseguire un “un grand jeté” correttamente e con grazia.
    Ciao, mm.
    gb

  3. rodixidor ha detto:

    Il dubbio in questi casi è commentare o meno. Commentare qualcosa di cui si è capito solo che c’è da capire e rischi di dire solo sciocchezze. Allora faccio appello a chi sapeva tramutare un calcio d’angolo in una magia, un volo contro ogni forza fisica capace di tenere sospeso il fiato di ventimila persone. Sia un viatico per il tuo calcio d’angolo.

  4. ludmillarte ha detto:

    credo che tu abbia usato un linguaggio a lui conosciuto, pertanto dovrebbe essergli chiaro…
    bellissimo post, bellissima canzone

  5. Leo Di Barlom ha detto:

    Il calcio. Che come sport dovrebbe chiamarsi “pallonaro”
    Ma è uno sport?
    Mai seguito.
    Chapeau.

  6. graziaballe ha detto:

    e tu aspiazzalo e fagli i 3 secondi offensivi! 😉

      • graziaballe ha detto:

        ahaihaihai signora longa! ma allora conosce meglio il calcio! 😀
        3 secondi offensivi: quando un giocatore rimane nell’area dei 3 secondi della squadra avversaria per un tempo superiore a quello previsto mentre la propria squadra è in possesso della palla. Questo “conteggio” parte solamente da quando la palla passa nella zona di attacco. (Regolamento Tecnico, art. 26)

    • menteminima ha detto:

      ah ah ah ma così, perdo la palla. Se un attaccante “sosta” per più di tre secondi nell’area avversaria, la palla va all’avversario. AGGGGrazia !!!

      • graziaballe ha detto:

        si però mi piaceva l’effetto provocazione di farlo apposta!
        che poi io fantastico sul basket a seconda di quello che recepisco (malamente) dai miei due uomini, tifosissimi..
        tipo che mi immagino una scena da stallo western
        lei che invade, appunta i piedi lì davanti al suo uomo, lo guarda fisso tenendo la palla sotto il braccio. L’arbitro fischia, lei cede la palla sdegnata e sdegnosa, continuando a guardarlo dritto negli occhi, come dire “tieni, te la do, ma sappila usale adesso!”
        vabbè…mi sono fatta un film! :))))

    • menteminima ha detto:

      ho giocato a basket tanti anni. Sotto canestro, in area sono solo botte da orbi. 🙂

      • graziaballe ha detto:

        quello che mi sconcerta del basket infatti sono i tempi…tutto si gioca in manciate di secondi….e i lividi che ogni volta devo massaggiare di arnica ongi lunedi sera (ovviamente non i miei. Io mi guardo bene dallo sport!)

  7. Pablo ha detto:

    Accidenti pero’, per una che non si occupa di calcio. Certamente le opportunità non vanno sprecate, ma a volte restare fermi in quell’angolo dà la possibilità di vedere con chiarezza per tutta l’estensione del campo e non è male vedere tutti fermi in attesa.
    Pablo

  8. litedinnamoratoconilmondo ha detto:

    L’unica cosa che non ho capito è il titolo.
    Però bello.
    Io poi ho una passione per le donne alte contrarie al catenaccio.

  9. newwhitebear ha detto:

    Di certo il basket è più piacevole del calcio, maschile o femminile che sia.
    Certo ce ne vuole di fantasia e di tempo per dipingere la carta da parati, che non è sicuramente il meglio da ricoprire col colore.
    L’altro ti legge? Pensi che abbia le chiavi di lettura del post, più lungo del solito?
    Io mi sono divertito a leggere e qui mi fermo.

  10. Nicola Losito ha detto:

    Io non ho mai giocato né a calcio né a basket, quindi mi soffermo sul titolo.
    Bello. Indica, a volte, fare una cosa complicata.
    Nicola

  11. Niko ha detto:

    Grande Minima! 🙂

  12. massimolegnani ha detto:

    prima la dipingi e poi la incolli?
    (mi piace lo sforzo comunicativo della metafora calcistica da parte di chi il calcio non lo ama)
    ml

    • menteminima ha detto:

      no, pensavo ad una vecchia, orrenda, tristissima carta da parati e di dipingerci sopra.
      Il calcio non sarebbe male se giocato in un luogo caldo, senza fango e senza tifosi

  13. fango ha detto:

    io pallamanavo.

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