Se fossi un fiume non sarei un fiume alpino ma un fiume di risorgiva che nel suo cammino sotterraneo trova un terreno impermeabile che lo costringe ad uscire, a mostrarsi.
In realtà non sono né uno né l’altro. Somiglio di più a quella barchetta di carta a quadretti da un centimetro che con mani lente ma efficaci ho usato per spiegarti la tecnica di piegatura.
Galleggia, in costante pericolo, ma galleggia, senza una volontà propria ma grazie ad una benevola fatalità.
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Dicesi “carsico” corso d’acqua che permeato nel sottosuolo incontra poi roccia impermeabile che la costringe allo scoperto e quindi “risorgiva”. (La “Trecani a me mi fa un baffo 🙂 )
La barchetta di carta che descrivi galleggia proprio in virtù della piegatura, quindi grazie alla tecnica di chi l’ha costruita, quindi in base ad una volontà studiata ma non per fatalità, l’assunto è quindi confutato.
Avanti un altro! La mattina comincia con ottimi auspici 🙂
La mia banca è differente.
;mrgreen:
Non sapevo che la tua “banca” galleggiasse come una barchetta a quadretti piccoli.
Il fiume di risorgiva sgorga tranquillo dal terreno e scorre senza frenesia come la tua barchetta che galleggia per gli effetti combinati del destino e dell’imprevvisto.
La mia banca naviga in acque difficili come molte barche.
Destino? Dici che c’è qualcuno che già sa dove andrà la mia barca?
Ci puoi contare! Per te sarà la sorpresa, per l’altro la normalità..
Cambia ‘banca’ come cambieresti barca se fa acqua.
Sapessi quanto mi copio io! (solo che non lo dico quando e’ roba autoriciclata, tanto se uno non l’ha letta che differenza gli fa?)
Ciao L
ml
Non so perché, è come se qua dentro dovessi essere sincera a tutti i costi
Ti leggo ed ascolto il pezzo postato.
Poi, guardo il video.
La cosa incredibile è che si accavallano le immagini che ho dinnanzi agli occhi. Un corpo che balla sudato nella libertà di movimento, slegato dalla logica;
un fiume che spunta improvvisamente, spinto dalla necessità di sbocco;
una barchetta di carta che si lascia andare trasportata dal caso.
E mi chiedo perché, nonostante i concetti dissimili, trovo la sovrapposizione perfetta.
Buona giornata mente, anche per te un brano: eyeline (original mix) – submotion orchestra
Grazie vagone, sappi che adoro i tuoi commenti.
Ed io adoro questa “mente”
mi sfugge il mistero,
la barchetta va dove va il fiume,
non penso si avventuri tra i boschi asciutti, o no???
(ogni tanto è terapeutico lasciarsi trasportare alla deriva)
TADS
ho parlato di mistero?
Il Piave è un fiume alpino, quando è in piena scarica detriti di ogni tipo lungo gli argini che spesso sono fitti di vegetazione, Tra i fiumi di risorgiva conosco il Sile, nel viaggio tra le sue acque una barchetta potrebbe facilmente incagliarsi tra i lunghi rami di un salice, o perdersi e “spiaggiarsi” in una restera.
non so perché ma io e te abbiamo problemi a comunicare, non ci capiamo quasi mai, ho interpretato il tuo dire come una metafora della vita, la barca alla deriva va dove va il fiume, sempre a valle, è una legge fisica, ammesso non si incagli.
Vabbè, prossima volta starò zitto.
buona giornata
Hai ragione, spesso non ci capiamo, ma non mi pare un buon motivo per stare zitto.
Buona giornata a te.
Quella barchetta è stata costruita da te, mente.
E ora va, seguendo il fiume, galleggiando in pericolo, trasportata dal caso.
Io vedo tutto quello che descrivi.
Anche i fiumi diversi mi appaiono nei loro colori.
Questa è una tua grande capacità. 🙂
E la musica va e fa muovere un corpo in libera sudata.
Mi piace leggere-vedere-ascoltare tutto insieme.
Ah, che bella mente hai!
gb
Sei sempre troppo generosa, dirmi che vedi quello che descrivo è un complimento meraviglioso.
Non è per nulla generosità la mia!
Tu sai far giungere molto a me che ti leggo con vivo piacere.
Un abbraccio
gb
senso di precarieta?