De amore.

Theodor ha sei anni, sta imparando a leggere e scrivere. Suo padre è morto quando ne aveva tre. Se vedi sua madre capisci poco, se la guardi e le parli vedi che è bellissima e che ha partorito suo figlio almeno due volte. È nata a Est, ha un cognome impronunciabile e uno sguardo dritto e marrone.
Francesco ha una quarantina d’anni più di Theodor, legge e scrive perfettamente. Suo padre è morto quando era bambino. Anche sua madre è bellissima e deve averlo partorito almeno due volte. È nata a Est, perchè ognuno di noi nasce a Est di qualcosa. Non conosco il suo cognome, nemmeno il suo sguardo.
Mi chiedo se nella vita di Theodor e di Francesco sia, sia stato e sarà più importante l’amore ricevuto o l’amore negato.
Mi chiedo se per loro l’idea di amore, il peso dell’amore, dipende e dipenderà dall’amore ricevuto o l’amore negato.
Theodor non ha sperimentato ancora le molte forme dell’amore, Francesco sì. Si è innamorato, ha fatto innamorare, ha amato ed è stato amato in molti modi. Conosce molto dell’anima e del corpo dell’amore. Ama sua figlia. L’amore per un figlio è uno strano territorio, è un terreno complesso, è sperimentazione.

Parlavo con la madre di Theodor che è biondo come lo deve essere stato il padre e pensavo a Francesco, a sua madre e a suo padre morto. Pensavo alla paura, alla fatica, al ricordo e al futuro. Pensavo alla mia vita, ai miei ricordi, alla bambina che ero. Pensavo ai miei figli, al mio amore per loro, all’amore che avranno e daranno e ho avuto paura.
Da qualche tempo faccio a botte con la paura, quella brutta e cattiva, quella che viene di notte, che sei sott’acqua e non respiri, che non ti fa scappare perchè se riesci a scappare non è paura vera. È una presenza, un basso continuo, uno sfondo, una colonna sonora, un filtro, una merda.

L’altro pomeriggio mi hai stretta tra le braccia, le labbra vicino al mio orecchio. La tua voce tra i miei capelli e le mie lacrime, tra la mia paura. Lo so che te l’ho già detto, ma è stato bellissimo.

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Metto i baffi così non mi riconosco.
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29 risposte a De amore.

  1. giuliagunda ha detto:

    “è un basso continuo […] è una merda.”
    Già.

    Complimenti, davvero, per quello che scrivi e per come lo scrivi.
    (non mi viene altro da dire)

    G.

  2. gelsobianco ha detto:

    E io vorrei abbracciarti con la tua paura e con la mia.
    Tu sei “bellissima” davvero con la tua capacità di far scorgere le tue lacrime e far sentire forte la tua colonna sonora che non ti dà tregua.
    Sei così umanamente colma e vera.

    Vorrei scriverti “Complimenti!” per il modo in cui scrivi ciò che scrivi, ma non è sufficiente, no, assolutamente no.

    Una mia carezza, cara mm
    gb
    Grazie.

  3. massimobotturi ha detto:

    è bello vivere con l’idea di averti qui

  4. rodixidor ha detto:

    Mentre leggevo avevo già la mia risposta alla domanda che poni sull’amore ma poi giunto alla fine mi sono accorto che con l’ultimo periodo ti dai tu stessa la mia stessa risposta: l’idea di amore dipende da quello ricevuto.

  5. newwhitebear ha detto:

    “Sull’amore”
    Ottime riflessioni su questo tema, che sembra sempre esausto ma si riesce a trovare dei punti per renderlo interessante.
    L’amore verso i figli non è lo stesso verso il compagno/compagna. Si usano due filtri differenti. Quello verso i figli è il pensiero che sono e saranno una nostra appendice. Si sa che non potremmo contare su di loro, quando stanchi e anziani forse ne avremmo più bisogno. Però si riversa su di loro amore lo stesso.
    Quello verso un compagno/compagna è il sapere che, se la vita non ci dividerà, passeremmo con lui/lei anche i momenti del declino dandoci puntello a vicenda.
    Veramente struggente è la chiusa finale che racchiude tutto l’amore che si prova verso chi ci sta vicino.

  6. ehsiquasiquasi ha detto:

    Stamattina sei un pugno in pieno stomaco.. Uno di quelli belli..

  7. mileto angela ha detto:

    Bellissimo racconto, rattengo il respiro….! Una cifra stilistica notevole, e phatos…..

  8. Albucci ha detto:

    Ti voglio così.

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