“Aveva due tatuaggi: uno sulla spalla destra, l’altro sulla sinistra. Erano uguali: un tralcio di rosa che formava un cerchio con al centro una lettera scritta in corsivo. La O stava a destra, la M a sinistra.
“Vorrei fare un altro tatuaggio con la tua iniziale.” Disse.
Poteva sembrare un pazzo. A conoscerlo capivi che non era follia la sua, ma una totale incapacità di gestire le emozioni. Era come se gli mancasse un sistema di regolazione del sentire. Tutto era sparato a mille. Il sorriso, la rabbia, la noia, il piacere. Tutto a cannone. Io ero la sua carne da cannone.
Mi chiamava “amore”, spesso diceva di amarmi, me lo scriveva.
Mi dedicava canzoni, mi telefonava e me le cantava.
Passavamo ore al telefono senza dirci una parola, io doveve ascoltarlo mentre lavorava, parlava col benzianaio, comprava le sigarette.
Era molto alto, più di me, completamente calvo, anzi, totalmente glabro per via di una strana malattia.
Stare accanto a lui era come vivere dentro una lavatrice in centrifuga, era non sapere mai cosa ti sarebbe toccato, con chi avresti cenato, quanti taxi avresti preso, in quale letto avresti dormito. Poteva sembrare divertente. In verità mi sono divertita parecchio nelle ore che non ho trascorso piangendo ubriaca o strafatta.
Mi prometteva mari e monti, ma non mi ha mai fatto un regalo che fosse uno.
Io sì, io adoravo fargli un sacco di sorprese e lui adorava riceverle.
Doveva sentirsi sempre al centro di ogni pensiero, mio e di tutti quelli che gli ruotavano intorno.
Credo stesse con me perché lo accettavo così com’era, lo amavo così com’era e lo assecondavo. Non gli ho mai negato nulla, mai un no.
Poi c’è stato l’incidente, non sono più potuta essere quella di prima, non mi sarei più potuta prendere cura di lui nel solito modo e nel giro di pochi giorni è sparito, lasciandomi sola.
Ma questa è una vecchia storia, non so che cosa me l’abbia riportata alla mente.
Anzi, forse è un po’ colpa tua Paolo, per alcuni aspetti me lo ricordi.”
A proposito di B.
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Leggerti, ovviamente, è causa di cadute. Mi fa cascare e poi precipitare in un pozzo che non ha fine, seppur vi sia un punto a delimitare il tutto.
E si giunge in una terra che non ha nome, infinita, sterminata.
Mi siedo, in attesa che le tue immagini, queste macchie, vengano lavate via dalla luce di questo sole, dal rumore di questo treno.
Anche se vorrei, poi, rimanere. Con la bocca spalancata di sempre e con l’ombra di un albero che arriva, lunga, da qui all’infinito, nella bizzarra rincorsa di lui e dei suoi tatuaggi.
Don’t look back – telepopmusik
Cielo, i tuoi commenti!
Cielo, i tuoi commenti sui miei commenti.
Cielo…i vostri commenti…ma un motel no?
non ne vuole sapere 😦
Beh avrà i suoi motivi (nana….nanana è prega per me…il mondo va più veloce di eh…)……
se fosse vera sarebbe triste, tristissima.
mi ricorda qualcosa, ecco.
Quasi tutto vero. Che ti ricorda?
Stesse cose, no belle. Non mi va neanche di pensarci.
allora buttale via!
…incampacità di gestire le emozioni come un bambino..che poi di fronte alle avversità saluta e ciao…come (quasi) se niente fosse.
amen.
Potrei fare parecchi nomi e cognomi di personaggini cosī.
Secondo Me é ereditario.
spiegati meglio
chi me lo fa fare… no scherzo, un pò tutto é ereditario alla fine no, proprio oggi ci pensavo -dopo aver letto qui, se sei abituato ad “emozioni forti” poi in qualche modo cerchi sempre di riviverle nell’arco dei tuoi giorni… Non é solo l’infanzia che può dare questo tipo di imprinting comunque (e da qui la componente ereditaria) ma un pò tutto “il nostro trascorso” diciamo così. Deve aver voluto bene il tizio a te, o alla voce narrante, per essersi allontanato in quel modo, dal mio punto di vista. Ma non posseggo abbastanza dettagli per sbilanciarmi quindi é meglio tacere che qui non si sa mai 😛
voluto bene forse sì, ma solo in forma teorica
“capisco”…
alle volte ci si allontana anche per difendere l’altra persona da sè stessi… ma credo che tu l’abbia tenuto in conto.
Sì credo che sia andata proprio così.
Paolo è un narciso egocentrico. Lui sta al centro del suo microuniverso. Il resto non conta.
La dimostrazione? E’ sparito senza un bao o un saluto.
No, Paolo non è esattamente così, ci si avvicina.
dipende dall’approssimazione. 😀
Giusto. diciamo … tendente 🙂
tendente al narciso. Ottima tendenza.
non credo sia narcisismo
Tendente a cosa?
all’essere una persona inutile
Ma tutti serviamo a qualcosa, anche se non è evidente
però Paolo mi è sempre sembrato più compassato, meno pirotecnico e meno egocentrico di questo B.
mi sbaglio?
ml
Sì condivido. Paolo è una brutta persona, come B. ma per motivi diversi.
Ho capito chi è B. Indubitabilmente parli di Berlusconi e si capisce anche perché per privacy usi la B. E si rafforza il mio pregiudizio sulla tua Nanità perché se il tuo ex è il Berlusca e se come dici qui lui è più alto di te insomma 2 + 2 fa 4 e 1.50 meno quaccheccosa fa la ninna fa la naNa. Ci sto lo so. Fuori.
troppo alta ma soprattutto troppo vecchia per lui. E poi il mio B. èddeRoma!