Di ventotto ce n’è uno.

Ci sposammo a febbraio. Era una giornata luminosa, un vero e proprio regalo.
Io arrivai in ritardo, lei stranamente puntuale.
Non so perché ma questa notte pensavo al passato e con la memoria cercavo di ricondurre i fatti salienti della mia vita ai mesi dell’anno. Cercavo di avere un quadro statistico. Forse avrei avuto bisogno di carta e penna, ma non avevo voglia di alzarmi. Io sono nato a luglio, sono cancro ascendente bilancia. Il mio quadro astrale prevedeva che nella vita non avrei combinato nulla di buono e così è stato. Quella previsione è stata vera a tal punto che i fatti veramente importanti della mia vita si fermano qui. Forse dovrei inserire il mese della morte di mia moglie, ma lo ritengo un fatto a sè stante, una data che sta fuori dal calendario, un non giorno.
il mese dell’anno che preferisco è settembre, potrei dire che per me rappresenta il mese della rinascita, del nuovo inizio e anche dell’amore.
A settembre con i miei, da bambino, andavo sempre in montagna. Adoravano i funghi e a me toccava un mese di noia totale. Fu proprio a a settembre in montagna che mi innamorai follemente per la prima volta. Si chiamava Maria Rosa e aveva la mia stessa età. Sembrava non annoiarsi, mentre io mi trascinavo da una giornata all’altra passando il tempo litigando con mio fratello. Lui se ne stava chiuso in camera con la radiolina all’orecchio e io non lo sopportavo.
Maria Rosa era figlia unica, la sua famiglia doveva essere ricca perché passavano l’intero mese nell’albergo in centro al paese che era decisamente lussuoso, almeno per gli standard della mia famiglia che poteva permettersi un appartamentino un po’ fuori ma che, come diceva mia madre aveva “la vista più bella delle intere Dolomiti”. Effettivamente dalla camera dove dormivano i miei c’era una grande finestra che dava sul Pelmo.
Incontravo Rosa diverse volte al giorno, alla cooperativa, sulle panchine della strada della vecchia ferrovia o in chiesa. Un giorno la incontrai nel bosco dietro casa. Eravamo entrambi staccati dai nostri genitori. Me la trovai davanti, sorrideva. Io mi sciolsi e provai l’impulso di toccarla, di baciarla. Il ricordo di quella sensaziome è sempre presente quando incontro una donna che mi piace. Se sento lo stesso tipo di pulsione mi spingo oltre, in caso contrario lascio stare.
Ed é proprio per quella sensazione (anche se non era settembre) che con te mi sono spinto ben oltre dove avrei dovuto. Mi accorgo così di dover aggiungere maggio ai mesi da ricordare.

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Metto i baffi così non mi riconosco.
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29 risposte a Di ventotto ce n’è uno.

  1. ah, settembre! lo scrivevo giusto prima…

  2. milodonteskin ha detto:

    Ci misi un’intera estate per avvicinarmi a una bellissima coetanea. Da ragazzo. Ed ero a meno di una spanna, quando finì la vacanza. Volli comunque completare il percorso,, arrivando alla meta, come quando si partecipa a una maratona non per vincere, ma per arrivare a prescindere dal tempo.

  3. rodixidor ha detto:

    Bello. Paolo sa sempre emozionarci.
    Sul pezzo musicale ho qualche dubbio, forse sarebbe stato meglio https://www.youtube.com/watch?v=Bers-kYRdzA
    Un sorriso 🙂

  4. rO ha detto:

    Mi ricorda qualcuno o qualcosa. E mi piace moltissimo.

  5. newwhitebear ha detto:

    Settembre in montagna vista Pelmo, che incanto!
    Dunque due mesi settembre perché ha conosciuto Rosa e l’ha baciata. Intraprendente il ragazzino! 😀
    Maggio per qualcosa che non si può descrivere ma solo intuire. 😀
    Mi sa che febbraio l’ha cancellato 😦 e per fortuna che era il 28. Se fosse stato il 29 …

  6. angelo ha detto:

    a settembre si taglia quello che pende, ma a maggio ci vuole coraggio…
    a febbraio non so: mio figlio è nato il 29. Bene!! abbiamo detto, un compleanno, ogni quattro anni…non invecchierà… invece invecchia come gli altri.
    Che tristezza vedere i primi capelli bianchi sulla sua superba chioma ricciuta.
    La prima volta che lo vidi sembrava un bambolotto di gomma, sotto un getto d’acqua gelata gli toglievano la vernice caseosa, ed io pensavo che mi avessero fatto uno scherzo.
    Invece è qui. un bamboccione che torna a casa quando io esco per andare al lavoro. Mi sorride come dire…Hai sbagliato tutto nella vita…Ho sbagliato tutto.

    • menteminima ha detto:

      Capisco le sensazioni che descrivi. È una parte della vita, la nostra, che ci costringe a guardare le cose nude e crude senza possibilità di scampo. Sono davanti i nostri occhi, spesso ce le mostrano i nastri figli. Noi sappiamo che un po’ sbagliano e un po’ no. Ti abbraccio.

  7. angelo ha detto:

    Quattro righe di risposta dalla Mente mi fanno sentire qualcuno.Grazie!
    Preferisco leggere un tuo scritto che mangiare un piatto di trenette col pesto, quelle coi fagiolini e le patate, che a me piacciono tanto…Un po’ naif ma serve per rendere l’idea.
    ciao

  8. angelo ha detto:

    “se c’é la morte non ci siamo noi, se ci siamo noi non c’é la morte”; perché averne paura?
    peggio è la sofferenza.
    La morte non esiste. Te lo dice un Angelo.

    • menteminima ha detto:

      Sì, hai ragione, come sempre. Ogni tanto vieni a ricordarmelo

      • angelo ha detto:

        Dai, la ragione si dà agli sciocchi.
        penso solo che siamo stati buttati qui, non si sa perché, e non si sa da chi.
        Vogliamo dare la soddisfazione a qualcuno o qualcosa di disperarci per la perdita di una cosa che non sappiamo cosa sia?
        Se esiste un dio ci siamo dentro, Di noi nulla va perduto. Ma la nostra individualità forse verrà centrifugata, questo a molti da fastidio, non a quelli che non si sono ,mai piaciuti.

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