Paolo è lontano ormai. Di lui mi è piaciuto tanto. Le sue gambe in modo particolare, in grado come erano di tenere un passo veloce dentro, ma fuori lento e compassato. Lunghe, con le ginocchia grosse da ragazzino scapestrato, ma ben nascoste dai calzoni seri. Mi è piaciuta la sua bocca all’apparenza sottile e nervosa, ma in verità morbida e dolce come quella di mia madre o di mio padre che ho amato – entrambi – appassionatamente, senza mai saperlo. Mi è piaciuta la sua cattiveria bambina, di quelle che perdono sempre. Era un perdente, uno schiavo, un sottomesso. Si descriveva con parole dure, non si amava. Credeva di avere una bruttezza in fondo al cuore che tutti potevano annusare, a volte venirne attratti, ma mai innamorati. E invece no, lui era bello, di una bellezza che non poteva capire e forse nemmeno io ho capito veramente. Non credo sia morto, starà là, al suo posto. E io lo penserò con amore e compassione, quella che forse sempre meritiamo.
Amore e compassione, strana mistura …
Ci hanno fondato una religione …
Il brano mi piace, molto.
La cosa strana è che mi ci vedo anche!! (il nome è stato solo il pretesto…)
In realtà Paolo sono io.
Spero tu ti veda con l’amore e la compassione necessari. 🙂
In effetti, anche in questo mi ritrovo. Non sono generoso, né molto amorevole nei miei confronti. “Sto là, al mio posto.” E questo sembra bastarmi, per andare avanti.
Eppure si vede il tuo cielo vispo di stelle
Nel mio “cielo vispo di stelle” c’è spazio per… sincerità, visioni, ricerca, devozione e entusiasmo – per la Bellezza soprattutto; c’è racconto, confessione, liberazione; chiarezza, forse – o forse l’ennesima illusione.
Il cielo vispo di stelle, in realtà, sta sopra di me, là fuori, dove mi capita di incontrare il Bello, il Vero. Ed io, quando mi capita di alzare la testa e riesco a stare un po’ a testa in su, ne riesco a godere.
Il fatto che tutto ciò… in qualche modo “si veda”, anche solo per un attimo, fa brillare anche me.
Ci sono spazi in cui per qualche momento, tutto sembra avere più senso, almeno un po’. E’ che non sono quelli in cui respiriamo normalmente. In gran parte, direi, ce li costruiamo.
É sempre bello essere riconosciuti.
Sono così gli amori fraterni, amicali, forse.
È così l’amore verso se stessi?
E’ un vero peccato che non parli più di lui… i tuoi nuovi personaggi a confronto suonano un pò banali, mediocri, quasi insignificanti.
Alessandro, caro, ti ringrazio. Davvero
Figurati.
Io da grande voglio fare una che scrive bene come te.
Ma su, dai!
Bone e frittoe?
che dolce ricordo hai di Paolo. Sembra cullato tra le pieghe del cuore, perché anche se è sparito per te è sempre presente vivo e vegeto.
È dentro di me.
Il tuo Paolo è il mio Niccolò e di quella brutta bruttezza nel cuore, purtroppo, sono talmente innamorata da rendere difficile il distacco. Ma anche lui sta lì dove deve stare.
Il mio Paolo tende all’invadenza. Ciao