La prima volta che l’ho incontrato ho pensato che sarebbe stata anche l’ultima.
La musica che ascoltava in macchina era pessima. Sono molto sensibile, la brutta musica mi irrita.
Sono salita nella sua auto, sul sedile accanto al suo. Nel farlo ho chiesto permesso e lui si è messo a ridere. Ha riso e basta, poi si è fatto serio e ha cominciato a guardarmi. Dovrei dire a squadrarmi. Dopo alcuni secondi di silenzio è uscito con un “Cazzo non hai nemmeno una ruga intorno agli occhi”.
Non sapevo cosa dire e sono stata zitta. A pensarci meglio avrei dovuto rispondergli che preferisco complimenti di altra natura. Ma sono fatta così, perdo sempre le occasioni per parlare, meno spesso per tacere. Sì, perché io ho quella speciale abilità di non riuscire a fermarmi, parto ed è sempre come se le mie parole fossero una pallina su di un piano inclinato. Impossibile che mi fermi da sola. Di solito ci pensano gli altri a fermarmi con una sberla ben assestata in faccia o un pugnale conficcato da qualche parte.
Lui rise ancora e mi chiese cosa ci facessi con una rosa rossa e due libri in mano.
“Sono per te.” Risposi.
Scoppiò a ridere nuovamente. Nel farlo apriva molto, troppo, la bocca, che pur essendo bella aveva qualcosa di volgare. Volgari non erano le sue mani, grandi nodose, con un anello al pollice sinistro, una fede larga, d’argento.
“Hai fame?” Chiese. Risposi che avevo sete e che avrei bevuto volentieri qualcosa di alcolico. Rise di nuovo, mise in moto e partimmo.
Alzò il volume della radio, mi guardò e disse che era stato fortunato, non ero affatto male. E allora io, che tenevo ancora come un’idiota la rosa in mano, la misi tra i denti e avvicinai la mia bocca alla sua.
“Ti amo già” Disse lui. Proprio come un vero coglione.
La prima volta.
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Molto bello questo racconto, bella dinamica, bello il ritmo dello svolgersi, bella la chiosa finale. Bello tu sia tornata a scrivere. 🙂
Grazie, ne ho una grande voglia, ma poi sono la solita cazzona
Un po’ sfaticata per lo scrivere, ma va bene così 🙂
Diciamo sfaticata 🙂
Grande è quella rosa in bocca.
La rosa ti ha impedito di parlare…
Bello il ritmo di questo scritto.
Io te lo scrivo sempre che sei brava, cara mm
🙂
gb
Grazie, un abbraccio.
quasi sembra reale quello che descrivi nel post. Una situazione reale immaginata da una bella mente.
Un po’ lo è. 🙂 ciao
Questo mi è piaciuto particolarmente. C’è più fisicità e sensualità. C’è l’enorme divaricazione dell’incomprensione e della distanza fra i due sessi. C’è la rosa e le sue spine. Il non detto, il dolore fisico – l’estraniamento, la provocazione, il beffeggiamento (dell’altro, di sé, che non si riconosce e non si accetta nella situazione, in quel vivere…).
Brava MM, seppur “incostanti” i tuoi brani forano sempre il silenzio e la pagina. Io, di questi “scatti”, farei e faccio comunque collezione.
Grazie Paolo.
… hai letto Sirene della Pugno?
No, lo ignoravo. Se vuoi dirmene (anche di là…) Ho ragion di credere che sia una lettura interessante! (sei fonte inesauribile di spunti interessanti).