Sono nata in un quartiere brutto e malfamato. No, non proprio dentro, alla periferia. Teoricamente il quartiere stava alla periferia, io no, ma certi luoghi hanno un’identità così forte che anche nel male preferisci esserci inglobato. Tutte le settimane da novembre vado al cimitero. Casa mia è vicino al cimitero, ma io non vado là, vado in quello di un’altra parte della città considerata brutta e malfamata che negli anni ho imparato a conoscere e amare. Marghera. Il cimitero si trova al limite del limite di Marghera. Confina con una tangenziale da una parte e un’altra tangenziale da un’altra parte. Tutto intorno campi coltivati, qualche villetta, centrale Enel, piloni, piloni, piloni, centrale del gas, distributore del metano, un argine, un canale. Il grano è spuntato da un po’, tutti gli alberi da frutto sono fioriti, anche il pesco. Il fischio della centrale del gas è insopportabile, ma forse quelli della villetta grigia confinante non lo sentono più. C’era vento, un vento che andava e veniva. E allora anche il mio giubbotto, quello verde brillante andava e veniva sulle mie spalle. Non ho pianto, nemmeno una lacrima, nemmeno un pensiero triste. Ho guardato solo la bellezza che mi circondava, ho messo tutto il brutto da parte. Non ci riesco mai di solito. Mi trasferirò. Sì, a Marghera.
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Ultimi
Buona Primavera a Te.
Dio che caldo eh?
una prosa secca e diretta.
Ottimo stile, complimenti.
ben tornata dopo tanto silenzio. La primavera è alle spalle.
Un sorriso
Io passo la vita a trasferirmi da una casa all’altra- ollè, ma non mi piace, vorrei essere Stanziale. Forse.
Mi manchi.